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Recensione: "Un perfetto bastardo" di Vi Keeland, Penelope Ward


Un perfetto bastardo

Vi Keeland e Penelope Ward


Valutazione: 3.5/5

Trama: Era una mattina qualunque, il treno era affollato e tutto sembrava noiosamente normale. A un certo punto sono stata come ipnotizzata dal ragazzo seduto vicino al corridoio. Urlava contro qualcuno al telefono come se avesse il diritto di governare il mondo. Ma chi credeva di essere con quel suo completo costoso? In effetti, gli conferiva un'aria da leader, ma non è questo il punto. Non appena il treno si è fermato, è saltato giù così in fretta da dimenticarsi il telefono, e io… potrei averlo raccolto. Potrei anche aver spiato tutte le sue foto e chiamato alcuni dei suoi numeri. Okay, potrei persino aver tenuto il telefono dell'uomo misterioso fino a che non ho trovato il coraggio di restituirlo. Così ho raggiunto il suo ufficio da snob... e lui si è rifiutato di vedermi. Ho consegnato il cellulare alla reception dell'ufficio di quel bastardo arrogante. Ma potrei, diciamo per ipotesi, avergli lasciato qualche foto sul telefono. Foto non esattamente angeliche.

 

Recensione:

Un paio di sere fa, vittima del caldo soffocante e incapace di addormentarmi, mi sono ritrovata a girovagare su alcuni dei miei blog letterari preferiti, alla ricerca di una lettura fresca. L'idea iniziale era quella di buttarsi su una saga paranormal romance/urban fantasy o simili, ma con mio grande disappunto, la mia ricerca non ha dato i suoi frutti.

I titoli che intravedevo nella sezione "recensioni" per un motivo o per l'altro (erano poco interessanti/valutati negativamente/già letti) non facevano per me.

Ero in una situazione disperata.

Poi, improvvisamente, mi è scappato l'occhio su uno dei romanzi rosa più in voga del momento, e mi sono detta: "perché no?".

E quì entra in gioco Un perfetto bastardo.

Non era la prima volta che mi incuriosiva la sua trama (così come la posizione in classifica), ma per quanche strano motivo, mi sono decisa a dargli una possibilità solo dal momento in cui ne ho intravisto la copertina sul blog.

E per fortuna che alla fine l'ho fatto!

Ho iniziato la lettura senza troppe aspettative, semplicemente speranziosa di passare qualche ora piacevole all'insegna della lettura e, per fortuna, le cose non sono andate molto diversamente.

La scrittura è scorrevole e frizzante, matura ma senza fronzoli; un po', insomma, come la protagonista femminile: Soraya, che con i suoi capelli colorati, la passione per i tatuaggi e l'animo ribelle, si discosta decisamente dalla classica protagonista femminile che potremmo trovare in un qualsiasi romanzo rosa, negli ultimi tempi. Anche Graham (l'altra metà della coppia) non può dirsi un personaggio stereotipato; certo, inizialmente non sembra molto diverso da un Gideon Cross o dal Christian Grey di turno, con la sua ricchezza, ossessione per la protagonista femminile e la freddezza tipica di un magnate della finanza. Ma non fatevi ingannare, questo è un protagonista che -anche se sembra scegliere con estrema minuzia le persone alle quali rivolgere le sue attenzioni- oltre la maschera di crudele indifferenza che indossa quotidianamente, nasconde una sensibilità non indifferente e una propensione all'amore che non può non far tenerezza.

Mi sono infatti affezionata quasi immediatamente ai due protagonisti, consapevole di qanto sia raro che forza, determinazione, intelligenze e umanità (quindi debolezze, difetti, insicurezze e limiti) si fondano coerentemente in un unico personaggio, senza che questo perda fascino agli occhi dei lettori.

Bè, che cosa posso dire? Vi Keeland e Penelope Ward sono a dir poco riuscite nell'ardua impresa.

Anche il rapporto di coppia, che inizialmente pare legato esclusivamente all'attrazione fisica, in pochi capitoli si rivela essere molto più profondo e dolce. Momenti di battibecchi maliziosi sono infatti spesso alternati a confessioni emotive e a situazioni potenzialmente disastrose, in un altalena di emozioni che mantiene l'attenzione al massimo fino alla fine.

La parte che più mi è piaciuta del romanzo è sicuramente quella iniziale, che ha inscenato un incontro originale e divertente, oltre che da batticuore, ma non si può certo dire che la seconda metà del libro rappresenti un calo di stile.

Insomma, in sintesi, per me questo libro rappresenta un grande SI.

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